Adrienne Rich: 'Ai giorni'
Adrienne Rich
Ai giorni
Da voi pretendo più di quanto abbia mai chiesto,
tutto – le terribili storie della vita del mio tempo
raccontate dal telegiornale, sapere che è peggio di così,
molto peggio – sapere cosa significa quando ti raccontano bugie.
Nebbia al mattino, fame di luce,
caffè, pane e marmellata di prugne.
Anime intorpidite nei quartieri tranquilli.
Vita che continua a ticchettare come se.
Il torrente di una macchina da scrivere, improvvisamente immobile.
Il blu dilagante nella nebbia, due libellule che vorticano.
Livelli accettabili di crudeltà, in continuo aumento.
Qualsiasi cosa portiate in mano, devo vederlo.
Improvvisamente capisco il verbo senza tempi.
Odorare i capelli di un'altra donna, assaporare la sua pelle.
Conoscere i corpi alla deriva sott'acqua.
A essere umani, diceva Rosa - questo non posso insegnarvelo.
Un gatto beve da un vaso di calendule - il suo momento.
Davvero l'amore della vita è senza fine,
l'attimo di panico, un fusibile bruciato?
Pretendo da voi più di quanto abbia saputo chiedere.
Un'eruzione di gigli selvatici rosa, steli infiocchettati di mais
nei giardini messicani, mais e rose.
Giorni che si accorciano, campi di fragole che fermentano
di frutti buttati via, anneriti.
1991
(da 'Salvataggio di mezzanotte', 1998 – Traduzione di Maria Luisa Vezzali)
[ FONTE ]
Adrienne Rich (Baltimora, Maryland, 16 maggio 1929 – Santa Cruz, California, 27 marzo 2012)
[ Poetessa, saggista, insegnante e femminista statunitense. Le sue poesie seguono un percorso che porta alla consapevolezza dell'io e dell'essere donna, lesbica e ebrea americana. In rapporto conflittuale con il potere, rifiutò la National Medal of Arts offertale da Bill Clinton. ]