Jan Skácel: 'Un vento di nome Jaromír'
Jan Skácel
Un vento di nome Jaromír
Un giorno
andremo insieme, lo promettemmo un tempo
sul tarassaco negli occhi gialli di un merlo.
Lasceremo a casa le buone mogli
e ce ne andremo a pescare il verso,
quello che il fiume impreca sulle pietre
quando inciampa nella notte scura.
E forse in tutta notte non prenderemo nulla.
Ma gocce d'acqua cadranno nell'erba
come lacrime di principesse
dal bosco uscite scalze.
E forse in strada ti domanderanno
Maestro, a quando un libro nuovo?
E tu gli dirai dopo il diluvio
se ci sarà un bel fango.
E forse i cieli si impietosiranno
e ci scroscerà nella poesia e nelle scarpe,
nubi fredde come trote maculate
ci sorvoleranno le teste.
E daremo al vento il nome di Jaromír
e torneremo sull'acqua allegra.
(da 'Un vento di nome Jaromír', 1966 - Traduzione di Annalisa Cosentino)
[ FONTE ]
Jan Skácel (Vnorovy, 7 febbraio 1922 – Brno, 7 novembre 1989)
[ Poeta ceco, fu costretto dal regime comunista a lasciare il giornale di cui era redattore. Dopo la "Primavera di Praga", smise di pubblicare in Cecoslovacchia: la censura sovietica proibì i suoi libri, che apparvero sotto forma di samizdat. ]