Giorgio Vigolo: 'Luna di febbraio'
Luna di febbraio
Sotto la luna nuova di febbraio,
una lunetta velata, gelata,
erma, sopra i fantastici morioni
della Porta del Popolo e i bastioni
sghimbesci del Muro Torto,
La sera d'improvviso senza un perché
mi versa nel torpido sangue
un filtro di ricordi e desideri.
Amore e sogno mescolati fanno
col timore di morte un elisire
diabolico, per cui già vivo un'altra
vita futura in gioventù fremente,
rinata dalle mie ceneri d'oggi,
e quasi vi dischiudo ali di fuoco.
Ma è breve, delirata fantasia;
già mi ritrovo serrato nel bòzzolo
ansioso di questa esistenza,
cui sarebbe gran gioia una parola
che impedisse al mio cuore di gelare
come la luna remota lassù,
la lunetta velata di febbraio.
[ FONTE ]
Giorgio Vigolo (Roma, 3 dicembre 1894 – Roma, 9 gennaio 1983)
[ Poeta e scrittore italiano, esponente della "Scuola Romana". Le sue poesie hanno un gusto barocco e classicheggiante del paesaggio, soprattutto di quello romano. Profondo conoscitore di Giuseppe Gioachino Belli, tradusse "Maestro Pulce " di Ernst T. A. Hoffmann e le poesie di Friedrich Hölderlin. ]