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Sabato 20 Apr 2024
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Umberto Eco: 'Undici nuove danze per Montale'

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Umberto Eco

Undici nuove danze per Montale



Montale tale e quale

Addii, fischi nel buio, cenni, tosse
e sportelli abbassati. È l'ora. Forse
gli automi hanno ragione. Come appaiono
dai corridoi, murati!
...
— Presti anche tu alla fioca
litania del tuo rapido quest'orrida
e fedele cadenza di carioca?



Senza A

Congedi, fischi, buio, cenni, tosse
e sportelli rinchiusi. È tempo. Forse
son nel giusto i robot. Come si vedono
nei corridoi, reclusi!
...
— Odi pur tu il severo sussulto
del diretto con quest'orrido,
ossessivo ritorno di un bolero?



Senza E

Addii sibili al buio, colpi rari
di cristalli abbassati. Ora, magari,
i Macintosh non sbagliano. Mi appaiono
dai corridoi, murati!
...
— Dona pur tu, su, prova,
al litaniar di un rapido l'improvvido,
ostinato ritmar di bossa nova...



Senza I

Un suono nella notte, un cenno, tosse,
lo sportello è sbattuto. È l'ora. Forse
non erra quel computer. Come allude
da quello schermo, muto!
...
— Do forse alla macumba
che danza questo treno la tremenda
ed ottusa cadenza di una rumba?



Senza O

Addii, sibili ed esili starnuti
tra un battere di vetri. È tardi. Muti,
gli ingranaggi san bene. Tu li vedi
su quei sedili, tetri.
...
— Presti anche tu, chissà,
al litaniar dei rapidi quest'arida
cadenza di un demente cha-cha-cha?



Senza U

Addii, fischi di notte, cenni, tosse
e sportelli abbassati. È l'ora. Forse
i replicanti han vinto. Come appaiono
dai corridoi, clonati!
...
— Non senti forse, a sera,
la litania del rapido dall'orrido
ancheggiare lascivo di habanera?



Solo A

AIcantara, Alba, Brà, Praga, Warszawa...
batta la grata. Stacca. Avvampa prava
la lastra catafratta, scaltra apparsa
dalla cava, castrata.
...
— Salta magra la gamba,
canta la fratta strada, pazza arranca,
assatanata d'asma l'atra samba?



Solo E

Sente? Le stesse scene nelle spesse
eterne sere spente. E se sedesse
nelle celle segrete delle streghe
l'Ermete repellente?
...
— Del TEE presente
l'effervescenze fredde, le tremende
demenze meste d'ebete merenghe?



Solo I

Stridii di fischi, gridi intirizziti,
finir di tintinnii. Lì illividiti
vidi i chips IBM-simili, infidi
di finti scintillii...
...
— Sì, ridi, ridi, insisti:
sibilin di sinistri ispidi brividi
misti ritmi scipiti, tristi twist.



Solo O

Son sconvolto, commosso, non fo motto,
tosso. Colpo d'oblò. Or oso. Sbotto:
"T'odo, corrotto mostro!" Lo conosco,
con rosso foco mosso.
...
— Colgo sol do-do-sol... Fosco locomotor, con moto roco
mormoro l'ostrogoto rock'n'roll...



Solo U

Tu tuuu! Nur Du, Lulù. Un rhum? Chuu-chuuu...
Bum, brum, tum, pum. Nunc. Sursum! Puff-puff-puuu!
Pur tu, guru d'un Lull, Ku-Klux d’Ubu...
Gru, lupus, mus, cucù!
...
— Ruhr, Turku… Tumbuctù? Uh, fu sul bus, sul currus d'un Vudù
un murmur (zum, zum, zum) d'un blu zulù. (1)



Pangramma eteroletterale
(vengono usate una sola volta tutte le 26 lettere dell'alfabeto)

MG, DC X, VHF, Qwerty...
JB, sì!
Zun! Polka! (2)


(1) Questa versione, che raggiunge gli imi abissi dell'ermetismo a causa delle sue cupe e ctonie allitterazioni, richiede qualche chiosa. Mentre il treno attraversa il bacino carbonifero della Ruhr, il poeta si rende conto che la donna amata (affascinante avventuriera tedesca) si sta dando all'alcol. Nell'oscurità la vede come un automa e lamenta che l'insegnamento del gran maestro della combinatoria, Raimondo Lullo (qui nominato secondo la corretta versione catalana del suo nome) l’abbia come trasformata nell'incappucciato fantasma di Ubu Roi, sì che la figura muliebre assume ora forme fantasmagoriche di animale. Dalla Ruhr il treno procede verso Turku, in Finlandia, ma il ritmo ossessivo della locomotiva, che evoca la cadenza di un Voodoo haitiano, induce il poeta a pensare di scendere verso l'Africa nera, così che gli pare di udire un rhythm and blues.

(2) Anche questa versione richiede una chiosa. Il poeta, in treno, paventa altri più moderni e atroci mezzi di locomozione, come l'automobile e il DC 10. Pensando di vivere In un universo dove gli automi hanno ragione, avverte Il brivido della Very High Frequency, ed evoca la tastiera di un computer (americano, Qwerty e non Qzerty come la vecchia macchina da scrivere italiana). In un empito di ribellione bacchica, decide (questa volta lui) di scegliere l’ebbrezza di un vecchio whisky scozzese e di accettare il ritmo arcaico del treno, che gli evoca una familiare e antica danza mitteleuropea.


(da 'Il secondo diario minimo', Bompiani, 1992)

 

 

[ NOTE: la poesia riprende la celebre 'Addii, fischi nel buio, cenni, tosse' del poeta Eugenio Montale, 1896-1981, riscritta undici volte in vari lipogrammi e pangrammi ]

 

[ FONTE ]

 

 

 

Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 – Milano, 19 febbraio 2016)

 

[ CLICCA QUI PER LEGGERE ALCUNE CITAZIONI DI UMBERTO ECO ]

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