Rubén Bonifaz Nuño: 'Per quelli che arrivano alle feste'
Rubén Bonifaz Nuño
Per quelli che arrivano alle feste
Per quelli che arrivano alle feste
avidi di tenere compagnie,
e incontrano coppie impenetrabili
e belle ragazze sole che fanno paura
– poiché uno non sa ballare, ed è triste –;
quelli che si appartano con un bicchiere
di acquavite cupo e malinconico,
e odiano fino in fondo la loro miseria,
l'invidia che provano, i desideri;
per quelli che sanno con amarezza
che della donna che amano rimane loro
nient'altro che un chiodo infilato nella spalla
qualcosa di dolce e aspro, come l'odore
che serba il rovescio di un guanto dimenticato;
per quelli che furono invitati
una volta; quelli che indossarono
il meno liso dei loro due vestiti
e furono puntuali; e in una porta
già molto dopo l'ingresso di tutti
seppero che non ci sarebbe stato
l'appuntamento, e tornarono disprezzandosi;
per quelli che guardano da fuori,
di notte, le case illuminate,
e talora vorrebbero essere dentro:
dividere con qualcuno tavola e lenzuola,
vivere con figli felici;
e allora comprendono che è necessario
fare altre cose, e che vale
molto di più soffrire che essere vinto;
per quelli che vogliono muovere il mondo
con il loro cuore solitario,
quelli che per le strade camminano
affannati, accesi di pensieri;
per quelli che calpestano i loro errori e continuano;
per quelli che soffrono con metodo,
perché non saranno consolati
quelli che non avranno, che non possono ascoltarmi;
per quelli che sono pronti, scrivo.
("Para los que llegan a las fiestas", da 'Los demonios y los días', 1956)
[ FONTE ]
Rubén Bonifaz Nuño (Córdoba, 12 novembre 1923 - Città del Messico, 31 gennaio 2013)
[ Poeta messicano. La sua formazione umanistica lo ha portato verso una poesia di sintesi in cui coincidono rigore classico e parole in libertà, l'oscuro e spesso atroce universo azteco nahuatl e la tradizione greco-romana. ]