Umberto Bellintani: 'Fu quella la mia gente'
Umberto Bellintani
Fu quella la mia gente
E un giorno in una torbida
luce accanto ad uomini intenti
a guardare nelle bocche dei cavalli
ho vagheggiato parole,
come schiocchi di fruste
urtantisi in un'aria
di terra d'ombra sonora,
e d'albero che si spacca
o si torce colpito
da saetta.
Ghignavano i cavalli.
Ed ho pensato a qual mai
dio s'affidavano
quelle figure di torba.
Mi dissi di quale razza mi sentivo.
E il cuore mi batteva forte forte.
Fu quella la mia gente,
di buon sangue plebeo,
staffilata per secoli,
serva della gleba,
e abbarbicata alla mia vita
come la mano di Rodin
al masso.
(da 'E tu che m'ascolti', Mondadori, 1963)
[ FONTE ]
Umberto Bellintani (Gorgo di San Benedetto Po, 10 maggio 1914 – San Benedetto Po, 7 ottobre 1999)
[ Poeta italiano. Diplomatosi in scultura, prese parte alla Seconda Guerra Mondiale in Grecia e Albania, finendo prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Esordì nel 1953 con "Forse un viso tra mille ", cui seguì nel 1955 "E tu che mi ascolti ". Dopo un lungo periodo di silenzio pubblicò nel 1998 "Nella grande pianura ". ]
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