María Mercedes Carranza: 'Poema dei Fati'
María Mercedes Carranza
Poema dei Fati
Sono figlia di Benito Mussolini
e di qualche attrice degli anni '40
che cantava "Giovinezza".
Hiroshima incendiò il cielo
il giorno della mia nascita e alla mia culla
arrivarono, Fati implacabili,
un uomo con molte pagine accarezzate
dove giacevano versi di amore e morte;
la voce furiosa di Pablo Neruda;
sotto la sua corona di cenere, Wilde
bello e maledetto,
parlò dello splendore della Vita
e della seduzione fatale della Sconfitta;
qualcuno gridò "morte all’intelligenza",
ma nello stesso istante Albert Camus
diceva parole
che erano di acciaio e luce;
la Passione ardeva sulla fronte di Mishima;
una sconosciuta ombra o maschera
posò nel mio cuore il Paradiso Perduto
e un verso;
"par delicatesse j'ai perdu ma vie".
Cadeva la pioggia triste di Vallejo
si spegneva nel vento la fiamma di Porfirio;
nell'aria il furore delle pallottole
che andavano da Cúcuta a Leticia, si incrociavano
con i cannoni di "Casablanca"
e le parole della sua canzone malinconica:
"Il tempo passa,
un bacio è solo un bacio..."
Così mi fu consegnato il mondo.
Queste cose di orrore, musica e anima
hanno segnato i miei giorni e i miei sogni.
[ FONTE ]
María Mercedes Carranza (Bogotá, 24 maggio 1945 - Bogotá, 11 luglio 2003)
[ Poetessa e giornalista colombiana. La sua opera poetica, secondo James J. Alstrum, è "demolitoria, ma sana e necessaria per indirizzare la poesia su percorsi insoliti". ]