Arthur Rimbaud: 'Alba'
Arthur Rimbaud
Alba
Ho abbracciato l'alba d'estate.
Nulla si moveva ancora sul frontone dei palazzi. L'acqua era morta. Le zone d'ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.
La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e smorti fulgori, un fiore che mi disse il suo nome.
Io risi al wasserfall biondo che si scarmigliò attraverso gli abeti: sulla cima argentea riconobbi la dea.
Allora alzai ad uno ad uno i veli. Nel viale, agitando le braccia. Per la pianura, dove l'ho denunciata al gallo. Nella grande città, ella fuggiva tra i campanili e le cupole, e correndo come un mendicante sulle banchine di marmo, io la incalzavo.
In cima alla strada, vicino a un bosco di lauro, l'ho avvolta nei suoi veli raccolti, ed ho sentito un poco il suo corpo immenso. L'alba e il fanciullo caddero in fondo al bosco.
Al risveglio era mezzogiorno.
(da 'Illuminazioni', 1886 - Traduzione di Ivos Margoni)
[ FONTE ]
Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville-Mézières, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891)
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