Jorge Luis Borges: 'The unending rose'
Jorge Luis Borges
Nel cinquecentesimo anno dall'Egìra
la Persia guardò giù dai suoi minareti
l'invasione delle lance del deserto
e Attar di Nishapur contemplò una rosa
e le disse con parole senza suono,
più come uno che pensa che come uno che prega:
La tua fragile sfera è nella mia mano. Il tempo
c'incurva entrambi e ci ignora
questo pomeriggio di un giardino perduto.
La tua forma lieve è umida nell'aria.
L'incessante marea del tuo profumo
investe la mia vecchia faccia che declina.
Ma ti ho conosciuto assai prima di quel bambino
che ti scorse negli strati d'un sogno,
oppure qui, in questo giardino, una mattina.
La bianchezza del sole può esser tua
o l'oro della luna o la vermiglia
fermezza della spada nella vittoria.
Io son cieco e ignorante ma intuisco
che son molte le strade. Ogni cosa
è infinite cose. Sei musica,
fiumi, firmamenti, palazzi ed angeli,
rosa profonda, illimitata, intima
che il Signore mostrerà ai miei occhi morti.
(da 'La rosa profonda', 1975)
[ FONTE ]
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986)
[ Poeta, scrittore, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi definito "borgesiano", a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà. ]
[ Premio Miguel de Cervantes 1979 ]
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