Cesare Pavese: 'I mattini passano chiari'
Cesare Pavese
I mattini passano chiari
I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
30 marzo '50
(da 'Verrà la morte e avrà i tuoi occhi', Einaudi, 1951)
[ FONTE ]
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950)
[ Poeta, scrittore, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con "Lavorare stanca ", si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: "Paesi tuoi ", "La luna e i falò ", "La casa in collina ". I suoi temi principali sono il mito e la terra. ]
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