Nizar Qabbani: 'Il partito della pioggia'
Nizar Qabbani
Il partito della pioggia
Non vivo da nessuna parte
il mio indirizzo è l'inaspettato.
Navigo come un pesce selvatico in questa distesa,
nel mio sangue c'è fuoco e nei miei occhi scintille.
Vado alla ricerca della libertà del vento
dominata da tutti i nomadi.
Rincorro una nuvola verde,
Bevo con gli occhi migliaia di immagini,
vado ai confini del viaggio.
Navigo in un altro spazio
scuotendomi la polvere,
dimenticando il mio nome
i nomi delle piante
e la storia degli alberi,
fuggendo da questo sole che mi flagella
con fruste di irrequietezza,
in fuga da città addormentate da secoli
sotto i piedi della luna,
Lasciandomi dietro occhi di vetro
un cielo di pietra
e rifugi di Tamim e Mudar. [1]
Non dire: voltati verso il sole. Ora
Appartengo al partito della pioggia.
[1] Tribù pre-islamiche
(da 'Ti ho sposato, Libertà!', 1988)
[ FONTE ]
Nizar Qabbani (in arabo: نزار توفيق قباني?, Nizār Tawfīq Qabbānī) (Damasco, 21 marzo 1923 – Londra, 30 aprile 1998)
[ Poeta, editore e diplomatico siriano. Il suo stile poetico combina semplicità ed eleganza nell'esplorare i temi dell'amore, dell'erotismo, della religione e dell'emancipazione araba contro l'imperialismo straniero e i dittatori locali. ]