Anne Stevenson: 'Fare poesia'
Anne Stevenson
Fare poesia
"Devi abitare la poesia
se vuoi fare poesia".
E cosa significa "abitare"?
Significa portarla come un abito, indossare
le parole, sedendo nella luce più netta,
nella seta del mattino, nel fodero della notte;
un sentire spoglio e frondoso in un'aria che sorprende;
familiare...insolita.
E cosa significa "fare"?
Essere e diventare il clima mutevole
delle parole, il servo della musa a condizioni
atroci, intraprendere viaggi sopra voci,
evitare la collina dell'ego, il pozzo dell'afflizione,
la sirena che sussurra stampare, successo, stampare,
successo, successo, successo.
E perché abitare, fare, ereditare poesia?
Oh, è la commedia condivisa della peggiore
benedizione; il suono che guida la mano;
la parola vitale che scorre da una mente all'altra
attraverso le stanze lavate dei sensi;
una di quelle stregate, indifendibili, impoetiche
croci che pur dobbiamo portare.
(da 'Le vie delle parole', Interno Poesia, 2018 - Traduzione di Carla Buranello)
[ FONTE ]
Anne Stevenson (Cambridge, Regno Unito, 3 gennaio 1933 – Durham, Regno Unito, 14 settembre 2020)
[ Poetessa statunitense. Nata in Inghilterra, dove suo padre studiava, scelse di ritornarvi dopo avere vissuto dall'età di sei mesi nel Michigan e avervi ottenuto la laurea. Ha pubblicato una dozzina di raccolte di poesie e saggi su Sylvia Plath ed Elizabeth Bishop. ]