Wallace Stevens: 'Soliloquio finale dell'innamorata interiore'
Wallace Stevens
Soliloquio finale dell'innamorata interiore
Accendi la prima luce della sera, come in una stanza
in cui riposiamo e, con poca ragione, pensiamo
il mondo immaginato è il bene supremo.
Questo è dunque il rendez-vous più intenso.
È in tale pensiero che ci raccogliamo
fuori da ogni indifferenza, in una cosa:
entro una sola cosa, un solo scialle
che ci stringiamo intorno, essendo poveri: un calore,
una luce, un potere, l'influsso prodigioso.
Qui, ora, dimentichiamo l'un l'altro e noi stessi.
Sentiamo l'oscurità di un ordine, un tutto,
un conoscere, ciò che fissò il rendez-vous
entro il suo confine vitale, nella mente.
Diciamo Dio e l'immaginazione sono tutt'uno...
Quanto in alto l'altissima candela irraggia il buio.
Di questa luce stessa, della mente centrale,
facciamo un'abitazione nell'aria della sera,
tale che starvi insieme è sufficiente.
(da 'Harmonium', 1923 - Traduzione di Massimo Bacigalupo)
[ FONTE ]
Wallace Stevens (Reading, 2 ottobre 1879 – Hartford, 2 agosto 1955)
[ Poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio. ]
[ Premio Pulitzer 1955 ]
[ CLICCA QUI PER LEGGERE ALCUNE CITAZIONI DI WALLACE STEVENS ]