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Giovedì 28 Mar 2024
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Cyprian Kamil Norwid: 'Il pianoforte di Chopin'

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Cyprian Kamil Norwid

Il pianoforte di Chopin

[ Traduzione a cura di Paolo Statuti ]



I

Ero da te quei penultimi giorni
D'inestricabile ordito:
Ricolmi come il Mito,
Pallidi come l'alba...
- Ove la fine della vita bisbiglia al suo inizio:
"N o n t i l a c e r o, n o!...m a t i d o p i ù r i s a l t o".


II

Ero da te quei giorni, penultimi,
Quando somigliavi, sempre più ogni istante,
Alla lira caduta ad Orfeo,
Ove la forza del colpo con il canto attenua,
E conversano tra loro le quattro corde,
Toccandosi,
A due – a due –
E sottovoce sussurrando:
"Ha già scelto
L'accordo?...
Un tal maestro suona?...pur se ci abbandona!".


III

Ero da te quei giorni, Federico!
La cui mano, per il suo biancore
Alabastrino – e per la presa – e la maniera –
E per i tocchi tremuli, come piuma di struzzo,
Si fondeva nei miei occhi con la tastiera
D'avorio...
Ed eri come quella figura
Che dal grembo marmoreo,
Ancora immacolato,
Trae lo scalpello
Del genio – l'eterno Pigmalione!


IV

E in ciò che sonavi – e che il tono svelava, e dirà,
Benché gli echi si mostrino altrimenti,
Di quando la Tua mano consacrava
Ogni singolo accordo:
E in ciò che sonavi c'era tanta semplicità
Di Periclèa perfezione,
Come se una Virtù remota,
In una casa di larice
Entrando, dicesse a se stessa:
"In cielo son rinata,
E mi è diventata arpa – la porta;
Un nastro – il sentiero;
L'ostia vedo tra le pallide biade:
Emmanuele già dimora
Sul Tabor!".


V

E la Polonia era là, dallo zenit
Di ogni perfezione della storia
Rapita da un'iride d'estasi:
La Polonia dei primevi Carrai,
Quella stessa,
Ape – oro:
La riconoscerei ai bordi dell'essere!


VI

Ed ecco – hai smesso il canto e mai più
Ti guarderò – soltanto – udrò
Qualcosa – come un bisticcio infantile:
Ma ancora questionano i tasti
Per una brama non finita di cantare:
E toccandosi sottovoce,
In otto – in cinque...
Sussurrano: "S o n e r à a n c o r a? o c i a b b a n d o n a?".


VII

Oh! Tu, che sei il profilo dell'Amore,
Il cui nome è C o m p i u t e z z a...
Quel che in arte chiamano stile,
E che pervade il canto, dà forma alle pietre –
Oh! Tu, che nelle gesta ti chiami E r a,
E ove invece la storia non è giunta allo zenit –
Ti chiami insieme: S p i r i t o e l e t t e r a,
E "consummatum est".
Oh! Tu – perfetta Ultimazione!
Qualunque sia e ovunque sia il Tuo segno –
In Fidia, in David, o in Chopin,
O sulla scena di Eschilo:
Sempre – si vendica di te l' i m p e r f e z i o n e.
- Marchio del mondo è l'insufficienza,
La compiutezza gli duole,
Meglio ricominciare di continuo,
Di continuo espellere da sé un a c c o n t o.
- La spiga, già matura come aurea cometa,
Basta che un soffio di vento la scuoti –
Una pioggia di chicchi la sbriciola,
La perfezione stessa la disgrega...


VIII

Guarda, Fryderyk – ecco Varsavia
Sotto un astro corrusco,
Così scintillante:
Guarda, l'organo della Parrocchia, guarda, il tuo nido,
E là – le patrizie case vetuste
Come la Publica Res,
Delle piazze i selciati grigi e cupi,
E di Sigismondo la spada nelle nubi.


IX

Guarda – da vicoli a vicoli
I cavalli caucasici irrompono,
Come rondini dinanzi alla procella,
Sferzando davanti ai reggimenti,
A cento – a cento –
Un palazzo brucia, a tratti il fuoco vacilla,
Di nuovo avvampa – e là, sotto il muro,
Vedo fronti di vedove in lutto
Colpite dal calcio dei fucili;
E ancora vedo – pur se il fumo mi acceca,
Dalle colonne della loggia,
Un mobile – parvenza di bara,
Emerge – e piomba – piomba – il T u o P i a n o f o r t e!


X

Lui che cantava la Polonia, còlta dallo zenit
Di ogni perfezione della storia,
Con un canto d'estasi,
La Polonia dei primevi Carrai:
Proprio lui piomba sul selciato di granito!
Ed ecco, come una nobile mente d'uomo,
È martoriato dalle ire della gente,
Oppure come – dai secoli
Dei secoli – tutto ciò che r i s v e g l i a...
- Ed ecco, come il corpo d'Orfeo,
Mille Passioni lo dilacerano in pezzi,
E ognuna grida: "I o n o!"
"N o n i o!..." – e digrigna i denti...


Ma tu, ma io, intoniamo l'inno del giudizio,
Esortando: "G i o i s c i, f i g l i o n o n a n c o r n a t o,
L e s o r d e p i e t r e g e m o n o:
- L' I d e a l e h a r a g g i u n t o i l s e l c i a t o!".


Cyprian Kamil Norwid, nato Cyprian Konstanty Norwid (Laskowo-Głuchy, 24 settembre 1821 – Parigi, 23 maggio 1883)

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