José Watanabe: 'Anonino (Qualcuno, prima di Newton)'
José Watanabe
Anonino (qualcuno, prima di Newton)
Dalla cengia della montagna
lascio cadere dolcemente un sasso verso il precipizio,
azione oziosa
di chi si ferma a riposare in questo luogo.
Mentre la pietra cade libera e pulita nell'aria,
sento confusamente che non è la pietra a cadere,
ma che piuttosto scende richiamata dalla terra, attratta
da un potere invisibile e inevitabile.
La mia bocca vuole dare un nome a quel potere, fa smorfie, balbetta
e non dice niente.
La rivelazione, il principio,
è stato come un pesce sfuggente che è affiorato ed è tornato nei suoi abissi
ed è ancora senza nome.
Mi accontento di averlo intravisto.
Non conosco linguaggio e questa mancanza non mi rattrista.
Un giorno un altro uomo, salito su questa montagna
o su un'altra,
dirà di più, e con precisione.
Quell'uomo, senza saperlo, completerà il mio pensiero.
(da 'Il fuso della parola', 1989)
[ FONTE ]
José Watanabe Varas (Trujillo, 17 marzo 1945 - Lima, 25 aprile 2007)
[ Poeta peruviano. Voce dei "Poeti del '70", al tipico colloquialismo e allo sperimentalismo della corrente mescolò lo Zen, il Taoismo, il Buddhismo e la cultura degli haiku che gli derivavano dalle sue origini giapponesi. ]
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