Juan Gustavo Cobo Borda: 'Kavafis'
Juan Gustavo Cobo Borda
Le strade di Alessandria sono piene di polvere,
lo sbuffo delle vecchie automobili
e un clima caldo e secco assediano ogni cosa viva.
Perfino la brezza porta il sapore del sale.
Nel torpore delle due del pomeriggio
c'è una sete segreta di umidità
e il droghiere cerca nel sogno, con ostinazione,
l'aspra dolcezza di una lingua che gli ricrei la pelle.
Beve con avidità l'acqua amara del riposo
e si sveglia stanco per quell'insetto che ronza insistente.
Anche il refrigerio della sera scompare
e la sua unica traccia è questo sudore nervoso
e il chiasso che di minuto in minuto si espande nei caffè.
Passano i ragazzi, in gruppo, schiamazzando
e quell'uomo capisce
che nessuna parola riuscirà a catturare le loro sagome.
La notte divora e confonde
aumentando la sua insonnia,
più cupi i suoi passi nei vicoli sporchi.
L'alba lo troverà a contemplare
quel veliero che lascia il molo
e attraversa la baia, in rotta verso il mare.
(da 'Tutti i poeti sono santi e andranno in paradiso', 1983)
[ FONTE ]
Juan Gustavo Cobo Borda (Bogotá, 10 ottobre 1948 - Bogotá, 5 settembre 2022)
[ Poeta, giornalista e diplomatico colombiano. Ispirata da Jorge Luis Borges e Konstantinos Kavafis, la sua poesia è stata la linea trasversale dei suoi scritti. Ricoprì anche incarichi diplomatici che lo portarono ad essere ambasciatore in Argentina, Spagna e Grecia. ]
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