Elvira Daudet: 'Amante della pioggia'
Elvira Daudet
Amante della pioggia
Vieni da lontano nei miei occhi
e li accechi di pianto.
Ciechi anche i tuoi occhi e i miei
sotto quell'acquazzone della prima
notte, toccavamo i nostri volti
per trovare le labbra e berci.
La pioggia generosa che cadeva
inondò di felicità la povertà
di una domenica qualunque,
che era già unica e nostra,
e ci fece sentire immortali
(tanta felicità non può essere umana),
affogati in baci, acqua e risate.
Oh, amante della pioggia e della gioia,
fermo per sempre nella notte in cui ti ho amato!
Scomparso come il vento avido
che rubava l'oro
agli alberi addormentati
e spingeva il tuo corpo contro il mio,
mi ritorni in mente, all'improvviso,
quando volano le foglie
che un autunno dopo l'altro ti nascosero.
E il quadrato sonoro della bocca,
trasformato in un pozzo di silenzio
dove giacciono parole arrugginite
con la loro lieve nebbia di macerie,
mi si riempie di quel succo urgente
dove i baci saltavano vivi, come pesci.
Amore perduto e senza ritorno,
a me, ormai abituata a tanta assenza,
improvvisamente vieni come un fulmine
dritto al cuore, riarso di cenere,
e il papavero essiccato sanguina.
Così lontano e così perduto, in un istante
ti impadronisci di me, lunare e intatta,
solo vedendo la tua foto sui giornali.
(da 'Di terra e di mare', 2000)
[ FONTE ]
Elvira Daudet (Cuenca, 1938 - 2 giugno 2018)
[ Poetessa e giornalista spagnola. Esordì nel 1959 con "Il primo messaggio ". Nel 1971 "Cronache di una tristezza " le valse il Premio González de Lama. Lavorò per ABC e per la televisione nazionale TVE. ]