Eduardo Cerecedo: 'Soffio di cenere'
Eduardo Cerecedo
Soffio di cenere
VII
Il tempo, un ponte che la notte tende per conoscere
la sua distanza, l'ampiezza delle nuvole, dei voli, gli svolazzi che costruiscono
il centro delle piante di caffè sui loro steli.
Fiore di amara dolcezza sulla sensibilità del tempo nel canto
delle ore, rannicchiate tra gli arbusti; porta al nord
il tremore delle ore. Tremore di acqua sugli occhi,
tremore di occhi nell'acqua.
Da questo volo di uccelli il fiume raccoglie la sua linea,
imparando che la luce fremendo altera il volo
che lo guida; filo di rasoio il suo canto. Qualcuno interrompe
il momento; vigila.
IX
Un uomo solo
e la musica sul tavolo
prelibatezza che qualcuno serve su un vassoio d'argento arrugginito
la primavera
è già canto.
È già preghiera. Acqua versata in un'ondata di verde:
la voce del poeta. Ancora la musica si ferma nella mia mano, per scoprire
se la frequenza raggiunge il suo volo.
(da 'Soffio di cenere', 2019)
[ FONTE ]
Eduardo Cerecedo (Tecolutla, Veracruz, 12 febbraio 1962 – Città del Messico, 9 gennaio 2022)
[ Poeta e critico letterario messicano. Vincitore del Premio Alí Chumacero 2011, le sue poesie indagano nel cuore umano cercando il confine tra tangibile e intangibile, tra spirito e materia. ]